Lettere da Berlino – Storie di coraggio nella Germania nazista
I luoghi di Berlino della Resistenza al nazismo
Berlino è certamente il luogo più adatto per entrare in profondità nella complessità storica della Germania nazista.
Appena arrivato qui, pur con molte esperienze e molte letture affrontate, mi sono confrontato con una nuova narrazione delle vicende, dove accanto al necessario rispetto e ricordo per le vittime innocenti della furia nazista, testimoniate dalla presenza di numerosi Musei, Memoriali, Sculture disseminati capillarmente nella cittá, sono venuto in contatto con le storie di Resistenza, di opposizione piú o meno silenziose, ma ugulamente efficaci che tempestano la storia tedesca di quei difficili anni.
Il Museo “Blindwerkstatt Otto Weidt”
Che grande fascinazione é stata scoprire una galassia di storie di coraggio, piccole e grandi, di persone e gruppi che con le loro azioni di resistenza hanno reso il percorso del Nazismo piú difficile, oltre a salvare innumerevoli vite.
Una di queste vicende é possibile riviverla proprio nel luogo in cui tutto é avvenuto : nel Museo “Blinderwerkstatt Otto Weidt”, dedicato al suo protagonista principale, Otto Weidt.
Il Museo si trova in uno dei famosi cortili di Hackescher Markt, il cui ingresso affaccia sulla Rosenthaler Straße 39, una serie di cortili chiamati “Haus Schwarzenberg” dove il tempo sembra essersi fermato agli inizi degli anni 90 e dove, tra le numerose opere di street art potrete vedere anche un graffito che ritrae proprio Otto Weidt, davanti all’ingresso del Museo.
Questa strada, i cortili e le vie circostanti sono state parte di uno dei quartieri della comunitá ebraica berlinese, noto come Spadauer Vorstadt o anche Schueneviertel.
La storia di Otto Weidt
È proprio qui, nel centro del quartiere crocevia di traffico e commercio che Otto Weidt nel 1940 decide di spostare la sua fabbrica di scope e spazzole, che prima si trovava nel quartiere di Kreuzberg.
Originario di Rostock, Otto Weidt era stato, fin dal suo arrivo a Berlino con la famiglia, un pacifista convinto.
In giovane età cominciò a perdere la vista, per questo l’azienda che successivamente fondò impiegava prevalentemente persone non vedenti, prevalentemente della comunitá ebraica.
Con l’inasprimento delle leggi razziali e soprattutto con il primo Pogrom del 1938, Otto Weidt fece una chiara scelta di campo: decise di schierarsi dalla parte delle famiglie ebraiche, nascondendo all’interno della sua fabbrica la famiglia Horn, che lavorava per lui, dando riparo ad altri in un suo magazzino, in alcuni casi aprendo pure le porte del suo appartamento, sapendo bene quali rischi stesse prendendo.
Fece in realtà molto di piú : prese contatti con altri oppositori come lui, la piú nota di tutte era Hedwig Porschütz, che come lui nascondeva ebrei in nella propria casa e si occupò di produrre documenti falsi per ingannare le SS durante i controlli.
L’attività di salvataggio delle persone della comunità ebraica
OttoWeidt riuscì per molto tempo a mantenere questa segretezza, spesso utilizzando anche la corruzione per evitare che le SS mettessero il naso all’interno della fabbrica, mantenendo in vita, seppure in condizioni molto difficili, moltissime persone della comunitá ebraica berlinese.
Questo purtroppo non fu sufficiente: a causa delle delazioni continue molte persone vennero scoperte e arrestate, l’intera famiglia Horn venne deportata ad Auschwitz nel 1943 e di loro non si seppe più nulla.
Così come furono arrestate la sua segretaria, Alice Licht, insieme a tutta la famiglia.
Molti di loro furono mandati nel ghetto di Theresienstadt, dove le condizioni di vita erano estreme ma ancora erano possibili comunicazioni con l’esterno, anche se controllate e censurate.
Questo consentì a Otto Weidt di mandare continuamente pacchi con generi alimentari e per qualche tempo ci fu una corrispondenza basata su cartoline, alcune visibili nelle bacheche del Museo, con alcune delle persone arrestate che lavoravano per lui, tra le quali la stessa Alice Licht.
La testimonianza storica di Inge Deutschkorn salvata dalla deportazione
Un’altra figura importante che fu accanto a Otto Weidt fino all’inizio del 1945 fu Inge Deutschkron, che fu assunta da lui perhé la sua famiglia fu perseguitata in quanto ebrea e divisa.
Otto weidt riuscì a procurarle un falso documento, con il nome di Inge Richter: quel documento prezioso le consentì di proteggersi e scappare poco prima dell’arrivo dell’Armata Rossa che liberò la città.
Inge riuscì a riunirsi con la sua famiglia in Gran Bretagna, dove rimase per qualche anno dopo la fine della guerra.
La sua figura è fondamentale: dopo la fine del conflitto mondiale le figura di Otto Weidt rischiò di venire quasi dimenticata, anche perchè lui morí nel 1947.
Il Memoriale degli eroi silenziosi
Ma grazie a Inge e ad alcuni altri sopravvissuti, le sue coraggiose azioni non sono andate perdute: il museo “Blindenwerkstatt OttoWeidt” é stato fondato ufficialmente nel 2004, ma grazie al lavoro di alcuni studenti la mostra che oggi potete vedere, con tutta la sua vicenda ricostruita grazie al contributo fondamentale di Inge Deutschkron, era già presente dal 1999, proprio nelle stanze dove tutte queste vicende si sono sviluppate.
Otto Weidt è una delle numerosissime storie di coraggio e solidarietà a cui é stato dedicato un museo, che troppo spesso non vengono raccontate nella narrazione della Germania sotto il Nazionalsocialismo, per questo venne insignito dell’onoreficenza di “Giusto tra le nazioni” : molte altre storie le potrete incontrare nel Museo degli “Stillen Helden”, gli “eroi e le eroine silenziose” che, come Otto Weidt, con le loro azioni hanno salvato la vita e la dignità di migliaia di persone.
Se vuoi conoscere o approfondire le vicende di tutte e tutti coloro che si sono opposti al regime Nazista, ti accompagnaremo in un viaggio nel coraggio, nella determinazione e nella generosità che queste persone hanno dimostrato, in alcuni caso perdendo la vita, con il nostro tour: Terzo Reich a Berlino
I musei sul tema:
Gedenkstaette Deutsche Widerstand